On Tue, 04 Apr 2006 13:38:01 GMT, "Roberto da casa"
<***@libero.it> wrote:
<cut>
Post by Roberto da casaStrano che tu dica di essere d'accordo con quanto ho scritto, ma poi
continui a sostenere importante sapere se è più giusto effetture certe
rilevazioni mezz'ora prima o dopo dando un significato determinante ai
valori assoluti rilevati invece, come io ho asserito, di dare importanza
all'andamento di quei valori nel tempo.
Ritengo che poi il medico possa dare un significato ai valori in assoluto
quando sa come e quando sono sati rilevati: credo che il nostro compito di
pazienti non sia quello di interpretare autonomamente i risultati delle
misurazioni, ma sia quello di effettuarle scrupolosamente rispetto alle
indicazioni ricevute e poi metterle a disposizioni del medico che deve
decidere il da farsi.
Insomma è come misurarsi la temperatura corporea: a noi spetta saperlo fare,
ma le conclusioni e la terapia sotto tutti i punti di vista è necessario
lasciarle al medico.
Senzz'altro sono stato poco chiaro; anche nei miei + sfrenati deliri
di grandezza, non potrei mai supporre di saperne di + del diabetologo;
anche se sapessi a memoria ed avessi compreso a fondo, il che non è
nella maniera + assoluta, i testi + significativi disponibili in rete
sul diabete, mi mancherebbe un aspetto essenziale che è la pratica
medica, l'applicazione sistematica del sapere medico ai mille casi
concreti che sono, com'è ovvio, difformi in misura diversa, a quelli
paradigmatici presentati nei manuali e nei sacri testi; la pratica
medica è, secondo me, 3/4 della storia; ciò mi sembra talmente ovvio
che l'ho dato per scontato ed infatti le osservazioni fatte erano +
espressioni delle mie perplessità o paure che una contestazione
radicale; i piccoli errori o, meglio, sbavature, preoccupano in quanto
potrebbero poi dar luogo a cose + gravi. In sintesi, la differenza di
20-30 punti, ipotizziamo, tra un metodo e l'altro non credo che
avrebbero potuto portare a errori clamorosi; l'unico guaio è stato
che, per un errore di comunicazione, io li ho presi con un metodo,
mentre il diabetologo con cui ho poi trattato aveva tutti le ragioni
per ritenere che fossero state prese con l'altro.
Post by Roberto da casaPost by LazyDog2. sono perplesso per il fatto che all'interno di una stessa strurrura
esistano divergenze di tale fatta, per cui valori, ad esempio, sotto
il 200, in quanto presi con un modo, se presi nell'altro, potrebbero
essere superiori a tale fatidica cifra,
Tu parti dal presupposto che la medicina sia una scienza esatta, mentre
invece non è così ed il modo della sperimentazione dei nuovi farmaci sugli
animali prima e sull'uomo poi ne sono la dimostrazione: tali test possono
essere particolarmente accurati e fatti con scrupolo, ma le decisioni di
applicarli sono basate più sulla scienza della statistica che sulla scienza
della medicina.
Un nuivo farmaco viene commercializzato non quando si ha la certezza che sia
efficace, ma quando si ritiene che abbia prodotto una buona percentuale di
guarigioni e non sono emerse particolari controindicazioni particolarmente
perniciose.
Tutti i protocolli che vengono rigorosamente usati oggi in medicina ed in
chirurgia sono basati su rilevazioni statistiche, tanto è vero che la
medicina alternativa stenta ad essere accettata non perché scientificamente
rilevante, ma perché non corredata da una storia documentata di risultati.
Per far accettare discipline come l'agopuntura è stato necessario che dei
pionieri pur di sperimentare si siano fatti radiare dall'ordine dei medici,
poi grazie al loro sacrificio ed alla loro tenacia hanno messo insieme una
documentazione che ha permesso di accettare l'agopuntura es il suo
insegnamento nelle università.
Non trovo affatto scandaloso che all'interno di una stessa struttura
sanitaria esistano punti di vista diversi sull'orario di misurazione del
livello glicemico; importante che il tutto sia congruente all'interno di un
protocollo che il medico segue per compensare la tua glicemia: se è quello
giusto o meno saranno i risultati a stabilirlo. Capisco che, visto che si
tratta della tua salute, gradiresti una maggiore certezza, ma come dicevo
prima non credo proprio che la medicina sia una scienza esatta.
Sono completamente d'accordo sul carattere statistico-probabilistico
della medicina, caratteristica che troviamo anche in certi settori
della fisica, vedi la quantistica, la dinamica dei gas, ecc. ...
(ammesso che i miei vecchi ricordi di studio siano esatti e grosso
modo validi ad oggi); trovo solo che sarebbe opportuno, dato poi il
carattere convenzionale della scelta dell'ora da cui far partire il
conteggio, dare indicazioni univoche al paziente; onestamente,
nonostante la mia preferenza, non credo che un modo sia superiore
all'altro in maniera univoca.
Post by Roberto da casaPost by LazyDog3. la glicata ti da una media, dato fondamentale, ma non ti dice se
nell'arco della giornata tu hai sbalzi glicemici molto forti (tipo da
iperglicemia a moderata ipoglicemia) o se il trend non è molto
frastagliato, quindi senza picchi e valli molto accentuati,
l'importante ' che il paziente sappia e sia edotto dal diabetologo su
come effettuarla, per evitare interpretazioni erronee dei dati;
Scusami, ma pensi che spetti a te dare autonomamente un interpretazione dell
misurazioni del livello glicemico?
Assolutamente no, idealmente vorrei potermi affidare con il massimo
della fiducia al diabetologo di riferimento e limitarmi a seguire
scrupolosamente le sue indicazioni; trovo stressante, e dal mio
scritto lo si vede chiaramente, credere di dovermi occupare di cose
che mi riguardano da vicino di cui capisco poco o niente; il fatto che
stamani, per la terza volta, da quando è stata variata la terapia, mi
sono misurato la glicemia postcolazione ed ho riscontrato un buon 177
( gli altri valori sono stati, cronologicamente, 150 e 192) mi fa
sperare e prevedere che il mio interesse, troppo polemico, se vuoi,
per certe apparenti incongruenze, subirà un tracollo molto maggiore
dela calo glicemico riscontrato.
Post by Roberto da casaSe fosse così potresti fare a meno di andare da un medico.
Post by LazyDognel
mio caso, soffro particoiarmente dell'effetto alba, tipo , per esempio
reale, 250 dopo colazione, mentre dopo pranzo e/o cena sto sotto i
180, e quindi la terapia farmacologia e' stata variata in modo
mirato per contrastare l'iperglicemia postcolazione.
Questo dimostra che tu devi limitarti ad effettuare le misurazioni quando ti
vengono richieste da chi poi deciderà sulla terapia, senza crearti troppi
interrogativi a quanto pare "angoscianti"; credo che la cosa corretta sia
fare in modo che nel tempo i valori dell misurazioni siano confrontabili,
ovvero avvengano nel tempo nelle stesse condizioni di lontananza dai pasti.
Se comunque può esserti utile ti dico che anche io ho i miei picchi
iperglicemici la mattina a digiuno, ovvero a prescindere dalla prima
colazione, mentre ho le mie punte "positive" la sera (normalmente tra i 75 e
i 105); però se il pomeriggio schiaccio un pisolino la sera mi ritrovo con
la glicemia alta come la mattina a digiuno: è come se quando dormo si
addormenti anche il mio pancreas che smette così di produrre insulina.
Accordo sostanziale anche su questo punto, che è il mio obbiettivo, ci
sono cose che amerei seguire + che l'effetto della mezz'ora ... o
similia; + rientro nel range prefissato, + sono tranquillo, meno mi
preoccupo di questi problemi; è quasi una legge fisica!!!???? Se la
struttura sanitaria riesci poi a darmi in salute quello che posso
ragionevolmente chiedere, perchè contestarla o polemizzare?
Salutoni e con sana invidia per i tuoi 75-105; a me basta che stiano
sotto i 180, bisogna sapersi accontentare.
Sergio da Firenze